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Il Corridoio vasariano “Il percorso segreto dei Medici”

La visita al Corridoio vasariano è sicuramente tra i tour più richiesti a Firenze, perché regala al visitatore scorci sorprendenti e inconsueti della città grazie alle 73 finestre presenti lungo tutto il percorso attraverso le quali si può sbirciare fuori spiando le persone in strada senza essere notati, così come i Medici facevano 500 anni fa.
Nell’attesa della riapertura prevista nel 2021 dopo un lungo restauro, vi raccontiamo qui la storia di questo luogo tanto affascinante quanto misterioso.

La storia

Il Corridoio vasariano è un passaggio sopraelevato lungo circa 1 km, progettato nel 1565 da Giorgio Vasari per volere di Cosimo I de’ Medici per garantire, in totale sicurezza, il trasferimento dei membri della famiglia dalla loro residenza, ovvero Palazzo Pitti, fino a Palazzo Vecchio, sede del governo.

Il passaggio fu costruito in meno di 6 mesi grazie a centinaia di maestranze che lavorarono al cantiere costantemente con l’obiettivo di inaugurarlo per il matrimonio di Francesco I, figlio di Cosimo I, con Giovanna d’Austria.

Il Percorso

Il Corridoio Vasariano prende avvio nella sala verde di Palazzo Vecchio, antico appartamento di Eleonora di Toledo per poi raggiungere gli Uffizi grazie ad un passaggio aereo su Via della Ninna.

Una volta dentro la Galleria degli Uffizi si percorrono tutti e tre corridoi del secondo piano, fino ad arrivare davanti ad una porta dietro la quale vi è una scala che arriva fino al Lungarno Anna Maria Luisa dei Medici.

Qui il corridoio continua il suo percorso in direzione di Ponte Vecchio, sostenuto da un porticato, gira a sinistra sopra il ponte stesso fino ad arrivare alla Torre dei Mannelli, continua poi lungo Via de’ Guicciardini passando di fronte alla Chiesa di Santa Felicita fino ad arrivare a Palazzo Pitti.

Le curiosità

Dopo la costruzione del Corridoio vasariano, per volere della famiglia Medici, le botteghe dei macellai che storicamente si trovavano su Ponte Vecchio per gettare gli scarti dei macelli nel fiume evitando quindi i cattivi odori in città, vennero sostituite da quelle degli orafi che ancora oggi caratterizzano il ponte più famoso di Firenze.

 

Torre dei Mannelli: per la costruzione del Corridoio, furono espropriate ed abbattute molte case torri che si trovavano lungo il percorso. L’unica famiglia che si oppose alla distruzione della propria torre fu quella dei Mannelli, il Vasari dovette quindi “aggirare” l’ostacolo deviando il percorso del Corridoio, che passa infatti attorno alla torre visibile tutt’oggi alla fine di Ponte Vecchio sul lato sinistro andando verso l’Oltrarno.

 

Oltrepassato l’ Arno si osserva l’ennesima curiosità del Corridoio ovvero l’ affaccio sulla Chiesa di Santa Felicita.

Ad un certo punto, all’interno del Corridoio si nota una grande finestra con grate di ferro ed un balcone posto nella controfacciata della Chiesa di Santa Felicita. Da qui i Medici assistevano alla messa, potendo contare su di una postazione privata e privilegiata, che consentiva loro di non correre pericoli mischiandosi con la gente comune.

Il Corridoio ai tempi dei Medici

L’allestimento iniziale, cinquecentesco, era molto sobrio, in quanto il Corridoio aveva una funzione privata, non era aperto al pubblico, ma solo ai membri della famiglia e a poche persone di fiducia.

Lungo il percorso ci dovevano essere panche e tavoli e probabilmente alcuni dei Medici, afflitti spesso da mali derivanti dagli eccessi alimentari, come la gotta o l’obesità, si faceva trainare dalla servitù su dei carretti (le cosiddette “carrozzine da tirarsi a mano”).

Il Corridoio dal ’900 ad oggi

Nel 1938, nel Corridoio Vasariano avvenne il famoso incontro tra Hitler e Mussolini, il quale, per offrire al tedesco una vista migliore dei Lungarni, aprì nel tratto centrale su Ponte Vecchio tre grandi finestre rettangolari tutt’oggi ben distinguibili. Secondo la tradizione, proprio per questo motivo, data la bellezza della vista che si poteva godere dal Corridoio, Ponte Vecchio è stato l’unico ponte non minato dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

Nel 1945 il Corridoio fu restaurato e usato dal regista Roberto Rossellini per ambientarci alcune scene del film “Paisà”.

 

Nel maggio 1993, a causa dell’esplosione dovuta all’attentato mafioso di Via dei Georgofili, 5 persone persero la vita e molti quadri all’interno del Corridoio vennero danneggiati o completamente distrutti per la deflagrazione.

Alcuni quadri sono stati in seguito ricomposti, per quanto possibile, e intenzionalmente ricollocati al loro posto in memoria di quella terribile strage, tra questi ricordiamo “L’adorazione dei pastori” di Gherardo delle Notti.

 

Fino al 2016, anno di chiusura per il restauro, il Corridoio ospitava una collezione di circa 700 autoritratti, che verrà ricollocata dopo la riapertura nel 2021 in una sezione speciale degli Uffizi.

Con la riapertura saranno visibili lungo il percorso opere di scultura antica (principalmente busti e iscrizioni).

Nel 2013 il Corridoio vasariano è stato menzionato nel libro di Dan Brown “Inferno”. Il protagonista del libro, il Prof. Langdon, scappa da Palazzo Pitti raggiungendo Palazzo Vecchio correndo proprio all’interno del Corridoio.

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